Montecarlo attende i soliti noti, Lorenzo Musetti, Matteo Berrettini e il sempreverde Fabio Fognini (wild card per meriti storici), ma nel frattempo da #bucarest e #marrakech è arrivato un segnale chiaro: il tennis italiano non si ferma con Sinner ai box. Si rigenera. Lo fa grazie a due ragazzi del 2002, FLAVIO COBOLLI e Luciano Darderi, che domenica 6 aprile hanno firmato una delle giornate più sorprendenti della storia recente del nostro sport. Cobolli ha vinto il suo primo titolo Atp a Bucarest battendo l’argentino Sebastian Baez, uno che sulla terra è un osso durissimo, in due set netti. Darderi, quasi in contemporanea, ha trionfato a Marrakech contro l’olandese Griekspoor, specialista del veloce che ha però dovuto inchinarsi ai colpi chirurgici del ragazzo di origini italo-argentine.
Flavio Cobolli, con l’alloro di Bucarest, è diventato il 29° italiano ad aggiudicarsi un titolo Atp. L’ondata azzurra che travolge il tennis si percepisce non solo nel nuovo ranking di questa prima settimana di aprile (ci sono addirittura 7 azzurri in top 50), ma anche dal gran numero di giocatori di casa nostra ancora in attività capaci di vincere almeno un trofeo. Con Flavio siamo a quota 8. A comandare il palmares, ovviamente, c’è il numero 1 al mondo.
Il classe 2002 sulla terra di Bucarest ha portato a compimento la settimana perfetta dopo mesi di buio. Veniva da 7 eliminazioni consecutive al debutto, e anche nel Challenger di Phoenix non era andato oltre il secondo turno. Gli serviva un’iniezione di fiducia, è arrivato un pieno di benzina da far tremare i polsi: un solo set perso nell’intero torneo e una finale comandata dall’inizio alla fine contro un avversario temibile come Baez. Flavio è risalito al numero 36 del ranking e ha fatto centro in finale per la prima volta in carriera, dopo il ko bruciante dell’anno scorso all’ultimo atto di Washington, contro Korda.
Quanto a Darderi, dopo Cordoba venne Marrakech. Segni in comune? Entrambi su terra. Ovvero l’habitat naturale di Luciano che negli ultimi otto tornei Atp non era andato oltre il secondo turno: troppo poco per un giocatore con le sue qualità, capace di ritrovarsi sul rosso. A Napoli, nel Challenger della scorsa settimana, è caduto in finale contro Kopriva. E proprio contro il ceco ha trovato il riscatto nella campagna perfetta di Marrakech: in cinque partite ha perso solo un set (contro Gaston), prima di far fuori Carballes Baena e soprattutto Tallon Griekspoor nei due tie break della finalissima.